La guerra familiare che da tempo ha investito Lacoste potrebbe essere a una svolta.
Secondo quanto riferiscono i quotidiani del gruppo Tamedia Publications
(il francese Le Matins e lo svizzero Tribune de Genève), il gruppo
elvetico Maus Frères, attivo nel settore della distribuzione di
abbigliamento (è anche proprietario dei grandi magazzini di lusso
francesi Printemps) e già azionista di minoranza della marca del
coccodrillo attraverso la sua controllata Devanlay (socia al 35% e licenziataria del “coccodrillo”) starebbe per mangiarsi Lacoste.
Lunedì scorso il nuovo presidente di Lacoste, Sophie Lacoste Dourne, 36enne figlia del 69enne Michel Lacoste,
ex presidente dello stesso gruppo da lei “spodestato” col sostegno di
alcuni degli eredi del famoso marchio, ha infatti dichiarato a Le Monde che
non intende lasciar cadere il gruppo nelle mani della società svizzera,
ma Michel, che ha subito sostenuto che la sua sostituzione sia stata
decisa in modo illegittimo da parte di “un consiglio di amministrazione
altrettanto irregolare”, preannunciando un ricorso in tribunale, pare
ora intenzionato a schierarsi proprio col gruppo Maus.
Lo stesso gruppo che, disponendo di soli tre voti in consiglio,
avrebbe finora tramato contro di lui, convincendo, sempre secondo le
parole di Michel Lacoste, “metà della famiglia a schierarsi con loro per
prendere il controllo, senza neppure pagare un centesimo, dell’azienda”
fondata nel 1933 da Jean-René Lacoste, ex tennista (vinse
per la Francia la Coppa Davis per sei anni di fila, dal 1927 al 1932) e
poi stilista di capi sportivi, morto nel 1996. Una morte che ha segnato
l’inizio della lotta tra gli eredi, con una famiglia che alcuni
dirigenti del gruppo descrivono “divisa tra i suoi membri” e in cui
“l’odio, il risentimento e la gelosia sono diventati i motori della loro
vita”.
Approfittando di queste divisioni Maus Frères, cui
fanno capo anche i negozi a insegna Manor, Gant e Jumbo, oltre al gruppo
tessile Aigle, potrebbe agirebbe da arbitro realizzando un sogno
coltivato da tempo, acquistare il controllo della marca del coccodrillo.
I suoi tre consiglieri hanno in effetti votato a favore della nomina di
Sophie Lacoste Dournel, contro il parere del padre Michel, che però in
attesa di eventuali sviluppi legali sembra pronto a cedere agli svizzeri
il proprio 30%. Sophie e gli altri eredi hanno tuttavia almeno ancora una carta da giocare,
il diritto di prelazione che obbliga chiunque voglia vendere la propria
quota ad offrirla preventivamente agli altri membri della famiglia.
A questo punto, se non altro, Michel otterrà, comunque vada, che chi vorrà comandare in Lacoste paghi un prezzo adeguato a una società che lo scorso anno ha fatturato 1,6 miliardi di euro nel 2011 con
oltre 11 milioni di polo e magliette vendute in tutto il mondo, e che
dovrebbe chiudere il 2012 con un’ulteriore crescita a 1,8 miliardi di
giro d’affari.
Secondo le ultime stime Lacoste può valere poco più della
metà di questa cifra, attorno al miliardo di euro: che siano Sophie e
gli altri membri della famiglia o gli svizzeri di Maus Frères, qualcuno
da qui a fine anno dovrà prepararsi a staccare un assegno di almeno 300
milioni di euro.
F o n t e : libero.it