Un'elezione presidenziale decisamente anomala. Quella che si svolgerà
il 6 novembre per rinnovare la guida della prima potenza economica
mondiale avviene in un contesto congiunturale senza precedenti, rispetto
al recente passato.
Per quasi tre anni la disoccupazione è rimasta al
di sopra dell'8% e la ripresa che è in corso è tra le più basse degli
ultimi 50 anni. Se a questo aggiungiamo un indebitamento pubblico lordo
quasi al 100% del Pil, viene fuori il ritratto di una nazione fragile
economicamente e con stretti margini di manovra sul Fisco.
I sondaggi degli ultimi giorni rilanciano il testa a testa tra Romney
e Obama, ma chiunque dei due vinca non sono da prevedere cambiamenti
radicali. «Il merito di Obama - commenta Donatella Principe, head of
istitutional business di Schroders Italia - è di non aver adottato piani
di austerity come in Europa, evitando tensioni sociali. Però l'elettore
medio guarda all'economia reale e i risultati sono stati deludenti in
questi 4 anni a partire proprio dalla disoccupazione. Questo non depone a
favore del presidente uscente. Il mercato immobiliare se ha avuto
ripresa è poi grazie al Qe della Fed e non certo per la spinta
legislativa».
Obama punterà a mantenere un ruolo più forte dello Stato mentre
Romney cercherà di attuare politiche più liberiste. Il tutto senza
grandi stravolgimenti. «Non c'è molto spazio per politiche fiscali di
spesa - spiega Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos partners -
infatti nessuno dei due candidati propone interventi di spesa pubblica.
Se vince Obama crescono le tasse mentre se vince Romney ci sarà un
taglio delle imposte e delle detrazioni. Ma complessivamente non ci
saranno variazioni macro enormi. Soprattutto la vittoria dei
Repubblicani potrebbe fare salire nei giorni successivi il mercato
azionario mentre il mood è più negativo verso una riconferma di Obama».
Quello che gli operatori finanziari temono è la cosiddetta "anatra
zoppa", ovvero il presidente di uno schieramento e il Congresso il mano
all'altro partito. Il 6 novembre si svolgeranno infatti anche le
elezioni per il rinnovo della Camera dei rappresentanti e di parte del
Senato. Un'impasse tra esecutivo e parlamento potrebbe innervosire i
mercati. La migliore strategia, come ricorda un report di Janus Capital,
è quella di affrontare questi appuntamenti con la massima
diversificazione.
Uno dei primi banchi di prova del nuovo presidente sarà quello del
cosiddetto fiscal cliff, ovvero la scadenza dei tagli fiscali dell'era
Bush. Si tratta di misure che rappresentano circa un 1,7% di Pil. Romney
punta alla conferma. Obama farà di tutto per non stopparli, anche se
potrebbe rinviare la scadenza. Come ricorda iShares in un report, dal 7
novembre un risultato elettorale inconcludente potrebbe creare un caso
Stati Uniti. Come reagiranno allora i mercati? E soprattutto, come
reagirà il dollaro: con mercati finanziari sempre più correlati un
rialzo o un ribasso del dollaro potrebbe avere effetti a cascata su
azioni, bond e materie prime. Gli analisti, comunque, non prevedono
scossoni: probabilmente solo con Romney il biglietto verde potrebbe
rimbalzare nel breve. «Al di là di alcune reazioni momentanee - continua
Principe - la politica del dollaro debole andrà avanti. Con un mercato
del lavoro che continua a soffrire, gli Usa hanno bisogno del canale
delle esportazioni per sostenere il manifatturiero. Forse con Romney il
biglietto verde potrebbe rafforzarsi nel breve, ma non è detto. Non mi
aspetto quindi ricadute particolari sull'euro, che non si è indebolito
perché la Germania ha posto il veto all'entrata dell'Europa nella guerra
delle valute».
Per Gabriele Vedani, managing director di Fxcm Italia, «le
probabilità che i repubblicani, in caso di vittoria, facciano pressioni
sulla banca centrale affinché vengano drasticamente cambiate le
condizioni economiche, sono piuttosto marginali. In generale le
amministrazioni repubblicane hanno spinto il dollaro al rialzo, grazie
al loro mix di liberismo economico e prudenza fiscale. Sinceramente, il
quadro congiunturale americano e globale mi sembra attualmente lontano
anni luce da un paradigma di questo tipo».
F o n t e : ilsole24ore.com