sabato 24 novembre 2012

DONNE E LAVORO

Le donne italiane sono messe peggio di quelle del Ghana e del Bangladesh. Il rapporto con il lavoro, in Italia, è sempre più difficile. Troppe differenze di genere fanno precipitare il nostro paese all'80esimo posto (su 135) nell'ultima classifica del Global Gender Gap Report 2012, basato su un'analisi Inps e stilato dal World Economic Forum. Un'evidenza su tutte: l'uguaglianza tra uomo e donna è ancora molto, molto lontana.
Donne di serie b, poco occupate, sempre nelle posizioni più basse, a tempo parziale e con salari peggiori rispetto agli uomini. La fotografia è ancora più grigia di quella dello scorso anno. Rispetto al 2011 l'Italia ha perso ben sei posizioni nella graduatoria relativa alle disuguaglianze di genere. Delle quattro aree analizzate, però, il dato peggiore riguarda la partecipazione all'economia e opportunità delle donne: qui l'Italia è solo 101sima.

IL PRIMATO DEL NORD EUROPA - Tra i Paesi industrializzati, solo Giappone e Malta stanno peggio. Il primato spetta al Nord Europa, con l’Islanda prima in quanto a pari opportunità, seguita da Finlandia, Norvegia, Svezia. Sebbene le donne rappresentino il 57% degli impiegati, la presenza femminile si riduce nei livelli più alti. Un esempio, in questo senso, arriva proprio dall'Inps, istituto che vanta 26.500 dipendenti. Di questi, il 57,6% è costituito da donne e dall'analisi delle qualifiche risulta una possibilità di carriera sostanzialmente analoga per i due generi nel passaggio dal ruolo esecutivo a quello di quadro. Nelle posizioni di dirigenti e professionisti, per i quali non c'è avanzamento di qualifica, però, la percentuali diventano 60% di uomini contro il 40% di donne. Se si fa riferimento alla popolazione, a livello nazionale, solo un terzo di quella femminile fa parte della forza lavoro, mentre degli uomini ne fa parte la metà.

DIFFERENZE ANCHE SULLE PENSIONI - Le differenze riguardano anche le pensioni. Le donne rappresentano il 47% dei pensionati eppure percepiscono il 34% dell’importo complessivo. Una pensionata su tre prende meno di mille euro al mese. E, in generale, nel pubblico la pensione media per le donne è di 18.400 euro lordi, un terzo in meno degli uomini che sono su una media di 26.900 euro. L’80% delle pensioni integrate al minimo sono erogate alle donne. Una donna su due ha meno di 20 anni di contribuzione nel settore privato. Nel pubblico, invece, il 40% delle donne hanno più di 30 anni di anzianità contributiva.

"ESSERE DONNA E' UN OSTACOLO OGGETTIVO" - "Ho sempre creduto nella parità, ma credo che oggi l'Italia è un Paese nel quale essere donna è un motivo di differenziazione, un ostacolo oggettivo e un motivo per prendersela", ha commentato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. "Lo dico - ha aggiunto il ministro - nei riguardi di un Paese civile: il fatto che una persona sia uomo o donna fa una differenza nell'interlocuzione, nei luoghi di lavoro, nell'accesso e nella progressione delle carriere, praticamente in tutti gli ambienti della vita e questo è la radice per cui poi la violenza è quasi una sorta di continuità, rispetto a comportamenti che hanno radici profonde". "Credo - ha sottolineato Fornero - che ci sia un accanimento nei confronti delle donne".

F o n t e : libero.it