Roma, 16 nov. (TMNews) - Entro la fine dell'anno sono possibili
scioperi, agitazioni e chiusure dei benzinai. La categoria chiede il
calo di prezzi e accise e vuole "contrastare lo strapotere delle
compagnie petrolifere". E' questo lo scenario sullo sfondo del quale gli
"stati generali" dei sindacati dei benzinai (Faib Confesercenti, Fegica
Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio) saranno chiamati a definire, nella
riunione del 21 novembre a Roma, iniziative di protesta ed un nuovo
calendario di chiusure da attuarsi entro la fine dell'anno.
"Consumi in caduta verticale; prezzi dei carburanti ed accise costantemente ai massimi storici; politiche delle compagnie petrolifere che colpiscono duramente una intera categoria di lavoratori attraverso discriminazioni sui prezzi, erosione dei margini, marginalizzazione del ruolo dei gestori", denunciano i sindacati. La crisi strutturale "ha già costretto diverse migliaia di gestori a chiudere le loro imprese ed abbandonare le attività e che si accinge a mietere ulteriori vittime di un sistema che, nel suo complesso, denuncia un indebitamento verso petrolieri e banche di oltre 300 milioni di euro".
Una situazione al collasso e dagli esiti imprevedibili per tutto il settore, "irresponsabilmente ignorata mondo industriale petrolifero e colpevolmente ignorata anche dal Governo a lasciato lettera morta il documento sottoscritto a luglio presso il ministero dello sviluppo economico, in forza del quale la categoria aveva sospeso le chiusure già proclamate per agosto".
"Consumi in caduta verticale; prezzi dei carburanti ed accise costantemente ai massimi storici; politiche delle compagnie petrolifere che colpiscono duramente una intera categoria di lavoratori attraverso discriminazioni sui prezzi, erosione dei margini, marginalizzazione del ruolo dei gestori", denunciano i sindacati. La crisi strutturale "ha già costretto diverse migliaia di gestori a chiudere le loro imprese ed abbandonare le attività e che si accinge a mietere ulteriori vittime di un sistema che, nel suo complesso, denuncia un indebitamento verso petrolieri e banche di oltre 300 milioni di euro".
Una situazione al collasso e dagli esiti imprevedibili per tutto il settore, "irresponsabilmente ignorata mondo industriale petrolifero e colpevolmente ignorata anche dal Governo a lasciato lettera morta il documento sottoscritto a luglio presso il ministero dello sviluppo economico, in forza del quale la categoria aveva sospeso le chiusure già proclamate per agosto".
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