venerdì 16 novembre 2012

ISOLA CINESE

Avete mai sentito parlare di Hainan, l'isola cinese ? È il nuovo paradiso tropicale nel Mare Cinese del Sud, a 45 minuti da Hong Kong: mare, golf, aragoste. Tutto extra lusso 

Ultimamente non capita spesso di parlare con persone che per il futuro hanno solo previsioni ottimiste. Zhou Ping, responsabile del marketing internazionale di Hainan, invece, parla di cifre stratosferiche e progetti grandiosi, nel vero senso della parola. Hainan, un'isola poco più grande della Sicilia nel Mare cinese del Sud, ha esordito nel mercato turistico cinese in un momento fortunato per il Paese, e ha puntato tutto sul lusso. Facendo scelte lungimiranti la meta appena nata è cresciuta smisuratamente in poco tempo. Si parla di una destinazione che fino a vent'anni fa nessuno conosceva e che in poco tempo ha fatto miracoli e ha vissuto un boom economico. Merito soprattutto di scelte governative che nel programma di sviluppo hanno incentivato le multinazionali ad aprire ovunque resort a cinque stelle.

Fino al 1988, anno in cui è stata nominata provincia, Hainan viveva solo di pesca e agricoltura, penalizzata dalla posizione geografica nell'area del Vietnam. Ovviamente, con una guerra internazionale in corso, nessuno si sarebbe sognato di farci le vacanze, a tiro di caccia carichi di bombe! Dopo l'88, quando si doveva pensare allo sviluppo della nuova zona economica speciale, la prima idea era stata di trasferire lì l'industria delle energie rinnovabili, pannelli solari soprattutto. Invece date le condizioni ideali, ha preso piede il turismo. E in pochissimo tempo è diventata la destinazione "mare-spiaggia-sole" preferita dei cinesi.
Hainan è dunque una meta giovane, partita da zero. Strutture, strade, alberghi, aeroporti internazionali sono stati costruiti in tempi record dagli anni Novanta in poi. Prima di allora c'erano solo campi di riso, palmeti e villaggi di pescatori.

Zhou Ping ne parla con orgoglio: «La nostra isola è molto competitiva sul mercato internazionale. Innanzitutto, siamo al centro della fascia tropicale, dove si trovano anche i Caraibi e le Maldive. Poi ci favorisce la diversificazione dell'offerta. Hainan è innanzitutto la nuova destinazione del golf internazionale (Colin Montgomery ha progettato uno dei campi, e da quest'anno al Mission Hill's Resort, si disputa l'Omega World Cup, ndr) con 11 green che presto diventeranno 22, e campi che passano sotto le cascate, nelle grotte e attorno a un vulcano. Ma è anche una meta del benessere con sorgenti termali e resort specializzati in trattamenti e terapie tradizionali. È considerata l'isola più romantica per sposarsi e per i viaggi di nozze dei ricchi di Pechino e Shanghai, ma anche sportiva ed eco-sostenibile, con una foresta pluviale praticamente vergine e un mare perfetto per fare snorkeling, immersioni, surf, kite boarding. Un altro dei nostri punti di forza è il cibo, soprattutto la cucina di mare».

Passiamo ai numeri. Nel 2011 sono state vendute 33 milioni di notti, che corrispondono a circa 10 milioni di arrivi, per il 95% cinesi. Il 5% è costituito da russi - nel 2011 hanno acquistato 220 mila camere -, giapponesi, sud-coreani, che apprezzano in particolare i campi da golf, ma anche lo shopping duty free. Nei 44 cinque stelle dell'isola si spendono in media mille euro a notte per una camera doppia, e la domanda cresce. Le inaugurazioni di alberghi di lusso sono all'ordine del giorno, e oggi Hainan è la provincia con la maggior concentrazione di 5 stelle di tutta la Cina. Fino a ora erano perlopiù a Yalong Bay, ma ora si sta sviluppando la zona di Haitang Bay, sempre vicino a Sanya, seconda città dell'isola. All'appello non manca nessuno dei colossi dell'hotellerie: Ritz Carlton, Four Seasons, Starwood, Mandarin Oriental e molti altri in costruzione, tutti con resort di tre-quattrocento camere. Viene da domandarsi come faranno a riempirli tutti.

Assicura Zhou Ping, «Durante il capodanno cinese, tra gennaio e febbraio, e le vacanze di primavera a maggio. In quei giorni è praticamente impossibile trovare una camera. Possiamo dire che durante le feste comandate abbiamo camere prenotate al 110%».
I cantieri sono ovunque, e le gru lavorano giorno e notte per costruire grattacieli avveniristici come fossero castelli di sabbia, casinò, strade, parchi a tema nella foresta pluviale. E per il futuro, ci sono progetti ancora più ambiziosi, come la costruzione di una stazione di lancio per navicelle spaziali entro il 2016 (Wenchang Space Centre), un acquario (l'Hainan Ocean Theatre Park), un nuovo grandioso parco nazionale nella foresta (Qixianling).

«Per aumentare gli ingressi abbiamo stretto accordi con 23 Paesi, tra i quali l'Italia, per sbrigare velocemente le pratiche per il visto all'arrivo in aeroporto: dura 15 giorni e costa meno di 20 €. L'obiettivo è diventare un hub internazionale con 60 milioni di notti vendute entro il 2020». Fa un po' tremare l'affermazione, perché se da un lato Hainan è diventata il simbolo della vitalità economica cinese, lo è forse anche dei suoi eccessi. E preoccupa un po' guardare spiagge, foreste, villaggi tradizionali trasformati in parchi dei divertimenti, con gli anziani dell'etnia Li messi a far le comparse di un villaggio fantasma e i giovani all'ingresso a ballare e cantare per dare il benvenuto agli ospiti degli hotel. Spesso il mare, stupendo, anzi irresistibile, si guarda e basta! Sulla mervagliosa isola di Wuzhizhou il bagno si può fare in zone delimitate più piccole di certe piscine. E non si può passeggiare fuori dalle passerelle di legno del parco di Yanoda, dove gli addetti, sempre sorridenti, ti rimettono sul percorso previsto e ti riveriscono a ogni passo salutando con la mano e dicendo, appunto, Yanodà! Significa semplicemente 1,2,3…loro lo trovano divertente, noi un po' meno. Così come è difficile per chi è alla ricerca di un paradiso tropicale entusiasmarsi all'arrivo di un carro allegorico con tre belle fanciulle vestite e mascherate come fatine che accolgono i turisti del parco ballando e cantando. Ma come, non era una riserva naturale?

Insomma ci sono cose che fanno rabbrividire dopo tanti anni di battaglie contro il turismo di massa, e altre che invece riconciliano subito l'animo e ben lo dispongono con grazia. Come quando si va a pranzo nel villaggio galleggiante di pescatori ai piedi di Nanwan Monkey Islet; le house boat sono ormeggiate, una di fianco all'altra: a poppa è steso il bucato, e davanti, al posto dell'orto, ci sono le vasche per tenere vivo il pesce allevato. Su una di queste chiatte c'è un ristorante che di vasche ne ha tantissime, piene di conchiglie, pesci, crostacei. Come in molti locali cinesi, non c'è un'unica sala da pranzo, ma tante salette che ospitano piccoli gruppi di commensali. La tavola è imbandita con tovagliette ricamate, piatti, piattini, ciotole e sul vassoio in centro ruotano gamberoni, aragoste, ostriche e altri frutti di mare freschissimi cucinati in modo semplice e gustoso con verdure al vapore insaporite alla salsa di soia. Mentre l'acqua al posto delle fondamenta culla appena. Un trionfo dei sensi.

Sono gli aspetti più genuini dell'isola tropicale che incantano e conquistano. Quanto più ci si discosta dai cliché del turismo, tanto più ci si innamora di Hainan, dei suoi colori, del suo fascino esotico. Come quando ci si addentra nella foresta pluviale, folta, avvolta in nubi di umidità da cui sbucano le cime delle montagne, rigogliosa, ammaliatrice. E qui ci si immerge in un eco-resort di lusso sì, ma al 100% cinese. Del Narada Resort & Spa, non ci si accorge finché non si è varcata la soglia. Non si nota arrivando dalla strada e non deturpa il paesaggio e anzi lo onora dalle sue terrazze e piscine che si affacciano su palme slanciate, banani extra large, ibiscus rosso fuoco e uccelli del paradiso che esplodono di salute.

Nelle 222 camere e suite con vasca idromassaggio termale sul balcone, si chiede moderazione nell'uso dell'aria condizionata e degli asciugamani; i cosmetici sono impacchettati in carta riciclabile, non ci sono flaconcini in plastica ma un distributore di shampo e doccia-schiuma ed è praticamente impossibile trovare un sacchetto di plastica in tutta la stanza. Nel resort si fa la raccolta differenziata dei rifiuti e ci si sposta solo con cart e moto elettriche anti inquinamento, anche acustico. Cosicché raggiungendo la camera, che sembra l'unica nella grande giungla, si sentono solo i versi degli uccelli e fremiti d'ali delle farfalle.

È un luogo di benessere in senso lato. Innanzitutto perché l'umidità altissima aiuta a buttar fuori le tossine sedimentate; poi ci sono le piscine termali a diversa temperatura per un percorso caldo-freddo che resuscita la circolazione e uno scrub fuori dall'ordinario: immersi in una vasca piena di centinaia di pesciolini affamati che con delicati "bacini" portano via le cellule vecchie lasciando la pelle liscia e morbida. Non danno alcun disturbo, al limite un po' di solletico. Nella spa coordinata da un fisioterapista con le mani "fatate", si fanno trattamenti tradizionali, dalla riflessologia plantare alle coppette al massaggio cinese, anche combinati in pacchetti da più ore. Anche se nessuno del team parla inglese, ci si sente in buone mani e, a fine percorso, meglio. Ogni giorno si possono scegliere attività da fare, alcune gratuite altre a pagamento: tai chi chuan, yoga, composizione di fiori freschi, danza e lavorazione al telaio secondo la cultura del popolo Li, giardinaggio tropicale. È a questo punto che si capisce Hainan, la sua bellezza assoluta e la sua unicità, per la quale si desidera tornare prima che si può.

Per soggiornare nella foresta pluviale: Narada Resort & Spa Qixian Mount, Hainan.
Per un soggiorno sul mare: Ritz-Carlton a Yalong Bay, Hainan
Arrivare: da Milano e Roma partono i voli di Cathay Pacific per Hong Kong. Da lì si prende la coincidenza per Hainan dove si arriva in 45 minuti di volo.

Info su Hainan: www.visithainan.it

www.thetravelnews.it

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