L'avvertimento
era stato lanciato il mese scorso. Oggi Moody's è passata dalle parole
ai fatti, togliendo alla Francia la prestigiosa 'tripla A' - quella dei
Paesi più virtuosi - e degradando il Paese transalpino di uno scalino
(da AAA ad AA1).
Lo spettro della "bomba ad
orologeria europea", evocato giorni fa dall'Economist parlando di
Parigi, si fa adesso più inquietante. Secondo gli esperti dell'agenzia
internazionale di rating le riforme annunciate dal governo francese sono
insufficienti, e per questo anche l'outlook - vale a dire le
prospettive economico finanziarie - resta negativo. Moody's, nel
motivare la sua decisione, punta il dito in particolare sulla graduale
perdita di competitività dell'economia francese e sulla rigidità del
mercato del lavoro e dei servizi. Si registra insomma un deterioramento
delle condizioni economiche che mette a rischio le prospettive di
bilancio. Prospettive che - si sottolinea - si fanno sempre più
"incerte". Un'incertezza che per l'agenzia internazionale è acuita dal
fatto che la Francia è oggi, rispetto a mesi fa, più vulnerabile
rispetto a eventuali futuri nuovi shock che si potrebbero verificare
nell'Eurozona. La capacità di resistenza francese - spiega Moody's - è
oggi "diminuita" e "l'esposizione della Francia ai Paesi periferici
dell'Europa appare sproporzionatamente grande".
Il rischio contagio in
questa infinita crisi europea dei debiti sovrani è dunque tutt'altro che
superato, e ora colpisce il cuore del Vecchio Continente. Anche se da
Parigi si cerca di sminuire la batosta ricevuta da Moody's. Per il
ministro francese dell'Economia, Pierre Moscovici, la perdita della
'tripla A' indurrà il governo francese in carica "ad attuare
rapidamente" le riforme. La Francia ha "ancora un buon rating", ha
affermato, sottolineando come la decisione dell'agenzia di rating
riguardi "la situazione lasciata dai nostri predecessori: perdita di
competitività, crescita debole, deficit in aumento". "E' una sanzione
della gestione del passato", ha insistito Moscovici, scaricando le
responsabilità sui lasciti dell'era Sarkozy e invitando a non lasciarsi
prendere dagli allarmismi. Anche perché Moody's - ha ancora evidenziato
il titolare di Bercy - riconosce come le riforme intraprese dalla
Francia, dal patto per la competitività al risanamento dei conti
pubblici, vadano nella giusta direzione.
F o n t e : unionesarda.it