Bp pagherà 4,5 miliardi di dollari per il disastro ambientale nel Golfo del Messico:
New York – Eric Holder è volato ieri direttamente a New Orleans per
annunciare la multa record e l'ammissione di colpa della Bp per il più
grande disastro ambientale degli Stati Uniti e una delle più gravi
tragedie del lavoro in decenni. «È stata una catastrofe senza precedenti
- ha detto il ministro della Giustizia americano dalla città della
Louisiana, lungo la costa del Golfo del Messico epicentro del disastro -
Adesso abbiamo un accordo storico».
BP ha accettato di pagare danni e risarcimenti per 4,5 miliardi di
dollari e di dichiararsi colpevole di 14 reati, compreso l'omicidio
colposo per l'esplosione nel 2010 della piattaforma petrolifera
Deepwater Horizon, che costò la vita a 11 lavoratori e causò
devastazioni ambientali e economiche. L'incriminazione di tre ex
dipendenti BP è stata resa nota nelle ore successive: due ex
responsabili della piattaforma, Don Vidrine e Robert Kaluza, rischiano
decine di anni di carcere per omicidio, e David Rainey, l'ex
responsabile dell'esplorazione nel Golfo, rischia anni di prigione per
aver mentito agli inquirenti.
I costi imposti a BP dal governo statunitense, oltretutto, potrebbero non essere affatto finiti. Il Dipartimento della Giustizia ha indicato che intende ancora perseguire ulteriori sanzioni civili per grave negligenza nella fuga di greggio, una violazione che da sola potrebbe prevedere fino a 20 miliardi di dollari di danni e che, se ci sarà un ulteriore accordo, potrebbe comunque aggirarsi secondo gli analisti attorno ai 10 miliardi.
Dei 4,5 miliardi di danni imposti a BP, 1,26 miliardi sono sanzioni
criminali. Cifre accompagnate da espliciti riconoscimenti di colpa per
undici reati di «manslaughter», di omicidio colposo, tanti quanti le
vittime. Il reato esatto citato dalla autorità satunitensi, Misconduct
or neglect of ship officers, si riferisce alla responsabilità di
ufficiali o dirigenti per le vite perse su vascelli o installazioni
marine. L'azienda britannica è inoltre colpevole di ostruzione della
giustizia, per aver mentito al Congresso sulla serietà della fuoriuscita
di greggio dal pozzo, 4,9 milioni di barili. E ha ammesso due
violazioni di leggi ambientali, il Clean Water Act e il Migratory Bird
Treaty Act.
BP da parte sua ha offerto un mea culpa pubblico: «Ci scusiamo per il nostro ruolo nell'incidente e l'intesa raggiunta indica che abbiamo accettato la responsabilità per le nostre azioni», ha detto l'amministratore delegato Bob Dudley. BP ha concordato con le autorita' americano anche di assumere un manager dedicato a controllare le trivellazioni nel Golfo, di assoggettarsi a ispezioni annuali indipendenti sulla sicurezza e di integrare in azienda esperti di etica.
La cifra totale versata da BP batte ogni record nella storia delle
authority federali, che sul disastro hanno condotto un'inchiesta durata
29 mesi e affidata a una task force intergovernativa a New Orleans che è
stata in grado di ricostruire negligenze nella gestione del pozzo di
Macondo, sfruttato dalla piattaforma Deepwater Horizon. La multa è da
record anche considerando soltanto le sanzioni penali, superiore agli
1,2 miliardi versati nel 2009 dalla casa farmaceutica Pfizer per truffa
nel marketing di un antidolorifico.
BP ha già scontato altri pesanti oneri per fare i conti con la vicenda. Finora ha pagato 14 miliardi per risanamento ambientale e 9 miliardi di danni a aziende e famiglie colpite. Almeno 7,8 miliardi dovrebbero essere destinati al risarcimento di ulteriori vittime, oltre centomila. L'azienda ha finora ceduto asset per 35 miliardi e stanziato a riserva 38,1 miliardi, che lieviteranno di 3,85 miliardi in seguito all'accordo con le autorità statunitensi. I nuovi pagamenti vedranno, nell'arco di cinque anni, 2,394 miliardi andare alla National Fish & Wildlife Foundation e 350 milioni alla National Academy of Sciances. Tra i beneficiari della multa c'è anche la Sec: in tre anni BP verserà all'autorità di Borsa 525 milioni per aver comunicato agli investitori informazioni errate sulle dimensioni del disastro durante le prime due settimane.
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