Le donne italiane sono messe peggio di quelle del Ghana e del Bangladesh.
Il rapporto con il lavoro, in Italia, è sempre più difficile. Troppe
differenze di genere fanno precipitare il nostro paese all'80esimo posto
(su 135) nell'ultima classifica del Global Gender Gap Report 2012,
basato su un'analisi Inps e stilato dal World Economic Forum.
Un'evidenza su tutte: l'uguaglianza tra uomo e donna è ancora molto,
molto lontana.
Donne di serie b, poco occupate, sempre nelle posizioni più basse, a tempo parziale
e con salari peggiori rispetto agli uomini. La fotografia è ancora più
grigia di quella dello scorso anno. Rispetto al 2011 l'Italia ha perso
ben sei posizioni nella graduatoria relativa alle disuguaglianze di
genere. Delle quattro aree analizzate, però, il dato peggiore riguarda
la partecipazione all'economia e opportunità delle donne: qui l'Italia è
solo 101sima.
IL PRIMATO DEL NORD EUROPA - Tra i Paesi
industrializzati, solo Giappone e Malta stanno peggio. Il primato spetta
al Nord Europa, con l’Islanda prima in quanto a pari opportunità,
seguita da Finlandia, Norvegia, Svezia. Sebbene le donne rappresentino
il 57% degli impiegati, la presenza femminile si riduce nei livelli più
alti. Un esempio, in questo senso, arriva proprio dall'Inps, istituto
che vanta 26.500 dipendenti. Di questi, il 57,6% è costituito da donne e
dall'analisi delle qualifiche risulta una possibilità di carriera
sostanzialmente analoga per i due generi nel passaggio dal ruolo
esecutivo a quello di quadro. Nelle posizioni di dirigenti e
professionisti, per i quali non c'è avanzamento di qualifica, però, la
percentuali diventano 60% di uomini contro il 40% di donne. Se si fa
riferimento alla popolazione, a livello nazionale, solo un terzo di
quella femminile fa parte della forza lavoro, mentre degli uomini ne fa
parte la metà.
DIFFERENZE ANCHE SULLE PENSIONI - Le differenze
riguardano anche le pensioni. Le donne rappresentano il 47% dei
pensionati eppure percepiscono il 34% dell’importo complessivo. Una
pensionata su tre prende meno di mille euro al mese. E, in generale, nel
pubblico la pensione media per le donne è di 18.400 euro lordi, un
terzo in meno degli uomini che sono su una media di 26.900 euro. L’80%
delle pensioni integrate al minimo sono erogate alle donne. Una donna su
due ha meno di 20 anni di contribuzione nel settore privato. Nel
pubblico, invece, il 40% delle donne hanno più di 30 anni di anzianità
contributiva.
"ESSERE DONNA E' UN OSTACOLO OGGETTIVO" - "Ho
sempre creduto nella parità, ma credo che oggi l'Italia è un Paese nel
quale essere donna è un motivo di differenziazione, un ostacolo
oggettivo e un motivo per prendersela", ha commentato il ministro del
Lavoro, Elsa Fornero. "Lo dico - ha aggiunto il ministro - nei riguardi
di un Paese civile: il fatto che una persona sia uomo o donna fa una
differenza nell'interlocuzione, nei luoghi di lavoro, nell'accesso e
nella progressione delle carriere, praticamente in tutti gli ambienti
della vita e questo è la radice per cui poi la violenza è quasi una
sorta di continuità, rispetto a comportamenti che hanno radici
profonde". "Credo - ha sottolineato Fornero - che ci sia un accanimento
nei confronti delle donne".
F o n t e : libero.it