mercoledì 21 novembre 2012

LOBBY DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE

Di Antonio Galdo
www.nonsprecare.it

Ci sono 800 milioni di euro di risparmi che, in queste ore, ballano nelle aule del Parlamento. E' questa, infatti, la differenza di prezzo, in gran parte a carico del Servizio sanitario nazionale, raggiunta nel 2011 tra i farmarci griffati (quelli che utilizzano un nome di fantasia per il principio attivo che contengono) e quelli generici.

Il governo Monti è riuscito a dare una scossa all'opacità del mercato delle pillole introducendo, nel decreto sulla spending review, una semplice norma in base alla quale i medici possono prescrivere i farmaci con i nomi dei principi attivi (quelli generici), lasciando poi al paziente la libertà di scelta dello specifico prodotto. Ma adesso la lobby del farmaco, spalleggiata dal partito dei medici parlamentari, è all'opera per depotenziare il decreto con una pioggia di emendamenti.

La lobby ha già portato a casa alcuni risultati, imponendo per esempio che la norma si applichi solo alle nuove prescrizioni e lasciando la possibilità al medico di derogare a sua scelta, e ora punta a un completo annacquamento del provvedimento. Sarebbe assurdo se il Parlamento e il governo cedessero di fronte a queste pressioni che nascondono interessi di singole aziende e sprechi del denaro pubblico.

Basta tenere presente che nei primi quattro mesi del 2012, per effetto del decreto introdotto da Monti, la spesa di farmaci a carico del Servizio sanitario è diminuita del 27 per cento, mentre a forza di emendamenti si rischia di fare un pericoloso passo indietro. Inoltre gli italiani devono sapere che il farmaco generico non è una pillola di serie B, e oggi rappresenta una quota importante del mercato in tutti i paesi sviluppati. Mentre in Italia soltanto il 15 per cento delle pillole viene venduto con i soli principi attivi, senza griffe, queste percentuale sale al 67 per cento in Germania, al 75 per cento negli Stati uniti e all'83 per cento in Gran Bretagna.

E' lo spread della pillola, un autentico spreco di risorse pubbliche, che paghiamo tutti a caro prezzo. Infine, spingendo sull'uso dei farmaci generici sarebbe possibile ridurre l'assurdo fenomeno dello spreco di medicinali: gli italiani gettano nel cestino, ogni anno, circa 1 miliardo di pillole. Pagate con i soldi dello Stato. 

F o n t e : libero.it