Contro il lavoro nero arriva lo scontrino detraibile:
le ricevute si potranno scaricare dalla dichiarazione dei redditi.
Secondo i promotori del provvedimento lo sconto fiscale dovrebbe essere
un incentivo a chiedere lo scontrino, in modo da far emergere il lavoro
nero. Ma il fronte di chi giudica inutile o dannoso il cosiddetto contrasto di interessi si ingrossa.
L'emendamento, presentato da Giuliano Barbolini (Pd) all'interno della
delega fiscale, sarà votato in Senato nei prossimi giorni. In un primo
momento, il governo Monti si era detto contrario. Poi il via libera,
grazie a una formulazione più vaga, che affida all'esecutivo il compito di "emanare disposizioni per l'attuazione
di misure finalizzate al contrasto di interessi fra contribuenti,
selettivo e con particolare riguardo alle aree maggiormente esposte al
mancato rispetto dell'obbligazione tributaria, definendo attraverso i
decreti legislativi le più opportune fasi applicative e le eventuali
misure di copertura finanziaria". La sostanza non cambia: il governo
dovrà studiare una soluzione che permetta di scaricare gli scontrini dalla dichiarazione dei redditi.
Magari lo sconto non si potrà esercitare per la ricevuta di cornetto e
cappuccino: con tutta probabilità si tenterà questa strada nei settori
più esposti al "nero".
L'emendamento non incontra però un consenso unanime.
Non sono poche le voci che definiscono il provvedimento non solo inutile
(perché non riuscirebbe a far emergere il lavoro nero) ma anche dannoso
per le casse dell'Erario.
Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre si rifà agli effetti di
detrazioni già in vigore. “Se guardiamo al nostro Paese e consideriamo i
casi legati alle ristrutturazioni edilizie, dove il
contribuente può detrarsi dall’Irpef il 36% delle spese sostenute e
addirittura il 55% di quelle per i risparmi energetici,
possiamo stimare un costo per l’Erario di 2,4 miliardi di euro
all’anno”. I miliardi "scontati" agli italiani sarebbero
stati tre. L'auspicio era quello di recuperare questa somma attraverso
il gettito delle transazioni "stanate" dal Fisco.
Il risultato è rimasto
lontano dall'obiettivo: la somma recuperata dal nero è stata inferiore
ai 630 milioni. E poi, sostengono i detrattori, per
quanto convenienti possano essere gli sconti, l'evasione totale resta
"più conveniente". Anche il governo ha riconosciuto questo "difetto di
progettazione" e continua a manifestare scetticismo: la perdita per le
casse dello Stato è immediata e certa. Il recupero del nero, al contrario, sarebbe successivo e incerto.
Infine, sulla lotta all'evasione è intervenuto il premier Mario Monti che ha spiegato come il governo "in qualche caso sia andato ai margini della violazione della privacy", aggiungendo però che sul tema dell'evasione "siamo in stato di guerra e non è possibile avere una pace sociale tra cittadini e Stato se non con una riduzione del fenomeno".
F o n t e : libero.it